31 gennaio 2023

Hospice: in un anno seguiti 655 degenti

CREMONA –  Fra le realtà cremonesi che nei giorni scorsi hanno ricevuto da Regione Lombardia il premio #MaiSoli, giunto alla quarta edizione e pensato per dare merito al prezioso lavoro delle numerose associazioni che operano nell’ambito del sistema sociosanitario a supporto dei malati e delle loro famiglie, c’è anche l’Associazione cremonese per la cura del dolore (Accd). Costituisce il punto di arrivo di un progetto, anzi di un sogno, iniziato molti anni fa: la storia del sodalizio è cominciata nei primissimi anni ’80, quando all’ospedale di Cremona fu attivata, prima in Italia a portare questo nome, una sezione di terapia del dolore e cure palliative. Questo grazie alla lungimiranza di alcuni amministratori: del presidente dell’azienda sanitaria locale, senatore Carnesella, del direttore amministrativo e poi direttore generale Felice Majori e del direttore sanitario Claudio Mancini. Oggi Accd è una presenza consolidata, presieduta da Antonio Auricchio, che a livello regionale ha appena ricevuto il giusto riconoscimento per un servizio portato avanti con competenza, umanità e delicatezza.

I NUMERI DEL SERVIZIO

A fornire qualche dato sull’attività della Odv è Massimiliano Strina, direttore del reparto Hospice di Asst Cremona che è appunto gestito dall’associazione. «Il reparto conta su 15 posti letto – spiega Strina – e nel corso del 2022 abbiamo seguito 655 degenti, di cui 379 presso il reparto residenziale e 276 con il servizio domiciliare. L’attività di Accd viene portata avanti anche e soprattutto attraverso le donazioni liberali dei cittadini cremonesi, ecco perché il premio ricevuto da Regione Lombardia è di fatto rivolto a tutti quanti rendono possibile la prosecuzione del progetto».

I dati sono pressoché costanti ogni anno, ad esempio nel 2021 i pazienti seguiti erano stati 690, e rendono l’idea dell’importanza di questo servizio. La convenzione tra l’Azienda ospedaliera di Cremona e l’associazione proprio per la gestione dell’Hospice risale al 2002, poi ha fatto seguito nel 2018 un bando di gara d’appalto.

LE FINALITA’

Il centro residenziale di cure palliative è allestito all’interno dell’ospedale stesso ed è finalizzato all’assistenza in ricovero temporaneo di pazienti affetti da malattie per le quali si renda necessario un supporto palliativo, dopo che le terapie finalizzate alla guarigione o alla loro stabilizzazione si sono dimostrate impossibili o inappropriate. L’accesso alla struttura è il medesimo di quello attualmente in vigore per qualunque reparto ospedaliero, e cioè a seguito di richiesta del medico curante, ed è del tutto gratuito. Vengono favorite le visite e la presenza degli amici e dei familiari in qualunque orario ed è gratuitamente messa a disposizione la possibilità di pranzare e dormire nella struttura per uno dei familiari. I primi accessi risalgono all’8 novembre 2002 ed in soli tre mesi l’Hospice è stato pienamente attivato.

IL FUNZIONAMENTO

L’assistenza è assicurata in maniera continuativa da: tre medici (tra i quali vi è il primario dell’Unità ospedaliera di cure palliative); una coordinatrice infermieristica; dieci infermieri professionali; nove operatori socio-sanitari; altre figure professionali quali psicologo, assistente sociale e assistente spirituale che intervengono in maniera mirata.

Viene dato particolare rilievo agli aspetti relazionali e di comfort alberghiero. L’organizzazione del lavoro è centrata più sui bisogni dei ricoverati che sulle necessità degli operatori, dei quali sono comunque pienamente tutelati i diritti. Tutta l’équipe ha seguito un preciso percorso motivazionale e formativo, con il coinvolgimento della Scuola italiana di medicina palliativa, mediante un innovativo programma realizzato in sede e che è durato un anno; per i medici e per il settore infermieristico è previsto il conseguimento del Master in cure palliative. Per portare avanti l’attività, le donazioni sono appunto cruciali. Compresi i lasciti ereditari. Come quello di Lidia Azzolini, benefattrice della città che nel suo testamento ha riservato attenzione anche al sodalizio impegnato nella cura del dolore.

da La Provincia, 19/01/23