«Così aiuto l’Accd nel ricordo del mio papà»
ISOLA DOVARESE – Una donazione in ricordo del padre scomparso in un luogo nato anche per far rivivere il suo ricordo. È stata una cerimonia molto emozionante quella che domenica si è svolta presso il Museo Il Collezionista di Isola Dovarese dove l’associazione La Spiga, nata in memoria di Giuliano Maestri, e il Rally Club Attilio Bettega hanno donato all’Associazione cremonese per la cura del dolore un assegno con i fondi raccolti durante la castagnata benefica del mese scorso. Una somma proprio in ricordo di Maestri che, nell’ultimo tratto della sua vita, ha incontrato i medici e gli infermieri della associazione cremonese.
«Era da tempo che pensavamo ad un evento benefico – spiega il figlio Diego – per supportare l’Accd che negli ultimi mesi di vita di mio papà, scomparso nel marzo 2023, lo ha seguito e aiutato. Farlo tra queste mura, che per me rappresentano un sogno ed un modo per ricordarlo, è stato particolarmente emozionante».
Sì perché la consegna ai due medici dell’Accd Guglielmo Bianchi e Michela Papi è avvenuta in un luogo che per Diego e la sua famiglia ha un significato molto particolare. Uno spazio, aperto nel settembre scorso, dove raccogliere le proprie passioni, ma anche far rivivere quelle del padre Giuliano. «Il collezionismo mi ha sempre affascinato – continua Diego – e fin da piccolo ricordo che mi piaceva raccogliere cose di vario genere, ma che si rifacessero alle mie passioni: le motociclette, la musica, Maradona. Osservare oggetti che raccontano una storia o sono testimoni di un’epoca, raccoglierli e recuperarli mi è sempre piaciuto. Negli anni ho riunito e catalogato tantissimo materiale, ma mi mancava un posto dove poter veramente dare a tutti questi oggetti una seconda vita. L’idea di sistemare quello che poi è diventato il museo Il collezionista è venuta qualche anno fa e da lì a poco a poco il progetto ha preso forma. Fino al settembre scorso quando, grazie agli amici del Rally Club di Isola Dovarese che mi hanno dato una grossa mano, ho aperto il museo».
Spinto anche dalla volontà di avere un luogo che potesse far rivivere il padre Giuliano. «Lui non era un collezionista accanito come me, ma amava le motociclette e ne possedeva qualcuna. Dopo la sua morte, a progetto già avviato, ho creduto di non potercela fare e di non voler più andare avanti. In realtà pensare che lui in qualche modo sia qui con me mi ha dato la spinta necessaria per continuare. Ne sarebbe sicuramente orgoglioso». Oggi il Museo ospita non solo gli oggetti o i cimeli collezionati da Diego, ma anche quelli portati da altri appassionati. «In tanti vengono a visitare il museo e mi donano oggetti da esporre; io li catalogo e mi sembra di farli rinascere, di non lasciare che vadano persi. Così come i ricordi cui sono legati».
Una radio della fine degli anni ’40 è l’ultimo cimelio arrivato in via Patrioti. «Collezionare oggetti mi dà la sensazione di rallentare la corsa frenetica di ogni giorno, di custodire i ricordi e raccontare storie passate. Le mie, quelle in cui c’era ancora il mio papà, ma anche quelle di tutti coloro che, guardando un semplice oggetto, si emozionano».
da La Provincia, 03/12/24